Hilke, ex componente del gruppo dream pop belga Amatorski, pubblica alcuni brani di musica elettronica con il soprannome di Hroski prima di presentarsi al pubblico con il proprio nome. Un progetto da solista in cui, durante il processo di creazione, Hilke cerca la propria voce, da qualche parte nello spettro tra maschile e femminile. La sua ricerca si condensa in “Silent Violent”, album di bassi potenti e battiti elettronici sferrati combinati con voci angeliche e atmosfere malinconiche, tagli vocali distopici e accumuli agghiaccianti e mozzafiato: un viaggio inquietante vagando tra la pista da ballo, consolanti momenti di pelle d’oca e contemplazione socialmente critica. Hilke vede il suo viaggio personale più come una sorta di metafora di un processo che noi, come società, potremmo o dovremmo attraversare: mettere in discussione la propria identità di genere, mettere in discussione il genere come costrutto sociale, l’ha resa più consapevole dell’importanza dell’empatia e della compassione.